Il nostro caro Fratello Alessio è tornato a Casarano per trascorrere la Santa Pasqua con noi.
Dopo la sua nomina ad “Accolito”, ci è sorta spontanea l’esigenza di fargli alcune domande, per poter capire, insomma, il significato ecclesiale del suo percorso vocazionale.
Ecco da dove nasce questa intervista!
Ci incontriamo in un’aula della Parrocchia e lui, con il suo bellissimo e dolce sorriso, si mette pazientemente in ascolto alle incessanti domande che gli pongo, alle quali, altrettanto pazientemente, risponde.
Teresa: ciao Fratello Alessio, sei diventato “Accolito”!!! ma lo sai che la maggior parte di noi laici non conosce il significato di questa parola e di questo titolo?
Alessio: il profondo significato di questa nomina è grandemente spiegato nel Documento di Paolo VI “Ministeriae Quedam”. Ma non voglio complicarti la vita… in parole povere l’Accolitato è una tappa provvisoria del cammino vocazionale che proietta verso la vita sacerdotale. L’Accolito si avvicina interiormente e fisicamente al mistero dell’Eucarestia sull’altare. L’Accolitato è proprio un Ministero, una tappa prima del Diaconato, infatti l’Accolito è Ministro dell’Eucarestia. Ultimamente sto facendo un’esperienza particolare e intima con i malati, ai quali impartisco l’Eucarestia, vista come “Cibo per gli infermi”.
T: Ma questo cammino è lunghissimo!!! Pensi che la Chiesa faccia bene a procedere così cautamente e lentamente prima di ordinare un Sacerdote?
A: E’ molto saggio il comportamento della Chiesa nel pensare e strutturare questo percorso clericale; apparentemente può sembrare lungo, ma è necessario. Tra gli studi e il Seminario trascorrono dai 6 ai 7 anni. In questo tempo un giovane si pone in un cammino spirituale all’interno di una comunità. Solo così può verificare, in ogni momento della sua giornata, la profondità e la veridicità della sua vocazione.
T: Castità, povertà e obbedienza sono alcune delle imposizioni necessarie per diventare un Sacerdote o un Religioso. Nel mondo attuale in cui si vive alla spasmodica ricerca e soddisfazione del benessere materiale, quanta fatica fai nell’accettare tutto questo? E cosa pensi del Matrimonio?
A: Bene! Rispondere a tante domande in una richiede molto tempo… ma cercherò di concentrare quello che ho da dire, anzi, risponderò come ad uno schema…
– Obbedienza: non è molto difficile obbedire ai superiori, che in questa nuova famiglia hanno sostituito la figura genitoriale della mia famiglia di nascita. Se fin da bambini siamo stati abituati ad obbedire a mamma e papà, beh! diventa spontaneo continuare a obbedire a chi guida il tuo spirito a percorrere una nuova strada senza inciampare!
– Povertà: questa scelta di vita, che è la povertà, io la vivo come significato intrinseco della parola stessa… diventare povero significa essere ricco solo dell’Amore di Dio. Per me la povertà consiste anche nel fare delle scelte con umiltà e carità, così come è espresso nel consiglio evangelico: “conformità a Cristo Gesù, alla sua passione e alla sua Croce”.
– Castità: povertà e castità sono due facce della stessa medaglia, in quanto le intendo come rinuncia ai piaceri del mondo, che sono fatui e passeggeri; rinunciare a possedere gli altri o le cose. La castità è la rinuncia ai piaceri del corpo per vivere al massimo in comunione spirituale con Dio, riempire queste rinunce con il suo Amore e, maggiori sono le rinunce, maggiore è l’unione con Lui. E’ come se i bisogni del corpo svanissero, per lasciare spazio solo ai bisogni dell’anima. Dio con la castità non ci toglie nulla, ma ci dona una paternità spirituale che si concretizza nell’apertura al mondo e alla sua umanità, tutti gli uomini sono fratelli e figli e la libertà affettiva ci dona libertà fisica per essere sempre, in ogni istante della nostra vita a disposizione del prossimo. L’Amore grande di Gesù sostiene e da’ tutte le forze che occorrono.
A proposito del matrimonio, che non è certo la mia scelta di vita, dico che anch’esso è un Sacramento in cui Dio ha benedetto l’unione tra un uomo e una donna. Può sembrare assurdo, ma inserisco il concetto di castità all’interno del matrimonio: castità nel matrimonio significa custodia e fedeltà tra coniugi, il non desiderare rapporti al di fuori dell’unione sacramentale, rispettandosi e onorandosi vicendevolmente.
T: la Puglia e la Sardegna sono le Regioni italiane con il più alto numero di vocazioni. Nonostante ciò è evidente che esiste una crisi vocazionale in Italia e nel mondo occidentale in genere. I giovani sono sempre più alla ricerca spasmodica della felicità e, soprattutto oggi, questa ricerca sfocia nella libertà sessuale, nella droga e nell’alcool e, molti, sono lontani anni luce dalla Chiesa e dalla ricerca spirituale di Dio. Qual è la tua opinione su questo argomento?
A: alla radice della crisi vocazionale c’è senz’altro la crisi dei valori etici e religiosi. La crisi parte dalla famiglia, che è il primo luogo di formazione del cristiano. Il primo segno di croce è la mamma che lo insegna al suo bambino, così come la prima preghiera. Inoltre, l’uomo, al centro della propria vita, non pone più Dio, ma mette sé stesso e tutti i suoi bisogni, le sue preoccupazioni, le sue soddisfazioni e i suoi dispiaceri, svelando tutte le sue fragilità e piccolezze, che sfociano nell’angoscia, nella frustrazione, nella depressione, così, per ottenere la felicità che cerca, è sempre alla ricerca del piacere materiale ed effimero. Droga, sesso ed alcool sono i pagliativi che i giovani hanno trovato come rimedio al loro malessere, alle loro insoddisfazioni e alle loro incomprensioni.
T: pensi di essere di un esempio per loro? Per i giovani intendo!
A: credo di sì, essendo giovane anch’io posso capirli e comprenderli. Quando incontro i giovani mi tartassano di domande, da qui capisco che il loro sarcasmo iniziale si trasforma poi in curiosità e, infine, in ascolto. Penso che si ha diffidenza e paura per le cose che non si conoscono. Per questo rispondo alle loro domande e ho accettato volentieri di rispondere alle tue di domande, per spiegare, una volta per tutte, le ragioni e gli obiettivi di questa mia scelta di vita. Dio sia lodato!
Fratello Alessio è sempre sorridente mentre mi saluta e mi ringrazia…. Ma no! Siamo noi che dobbiamo ringraziarti, caro ragazzo, perché oggi ci hai dato una lezione di vita. Tanti auguri, Fratello Alessio, che il Cristo Risorto risorga nella tua vita ogni giorno!
Teresa F.