“Se il Signore non costruisce la casa, in vano faticano i costruttori” (Sal 126)
Quante energie, quante attenzioni, quanti pensieri, quante preoccupazioni quando si costruisce una casa!
Il progetto deve partire dalle esigenze attuali e deve cercare di prevedere il più possibile quelle future della famiglia, poi c’è la scelta dei materiali con un occhio al portafoglio e uno alla qualità, poi le maestranze, poi gli immancabili imprevisti. Di pari passo, però c’è il sogno di una vita nuova in quella casa, un sogno che giorno dopo giorno diventa realtà, al ritmo in cui il progetto diventa rustico e il rustico viene rifinito.
Spesso per fare una casa ci vogliono anni, è un impegno ed un lavoro continuo e faticoso, non solo per chi materialmente costruisce, ma anche per chi segue i lavori ed è chiamato a decidere, incoraggiare sollecitare.
È un impegno notevole anche dal punto di vista economico e c’è la preoccupazione di spendere male, di risparmiare qualcosa oggi e dover aggiustare, spendendo di più domani, c’è la speranza di non lasciare grosse incombenze a chi verrà dopo di noi.
C’è, soprattutto in questo periodo, la preoccupazione di garantire la giusta mercede agli operai perché possano continuare a lavorare e con il loro lavoro sostenere se stessi e le proprie famiglie.
Costruire è una fatica, da tutti i punti di vista: fisico, economico, emotivo, spirituale.
Più è numerosa la famiglia, più dovrà esser grande la casa, se la famiglia è un’intera comunità parrocchiale, la casa dovrà essere adeguata e lo sforzo sarà maggiore.
Sono anni ormai, che come comunità siamo impegnati per costruire la casa di pietre, cercando di non trascurare le “pietre vive” (gli uomini e le donne che sono la Chiesa).
La Parola di Dio, nel Salmo ci viene in aiuto, ci ricorda che i nostri sforzi sono vani se il Signore non li benedice, se lui stesso non mette la sua mano, non la sporca di nuovo come fece nei giorni della Creazione.
È lui che costruisce la casa, i nostri sforzi sono utili, ma senza la sua Grazia certamente saranno vani.
Sono vani ogni volta che per i mattoni trascuriamo gli uomini, ogni volta che non siamo in grado di riconoscere nell’uomo, soprattutto nel povero e nel sofferente il volto del Dio fatto Uomo, il volto di Gesù di Nazareth: la pietra scartata intorno a cui siamo chiamati ad edificare la nostra vita e la vita della comunità.
don Tommaso