SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
Ieri sera, alle h 18,30 presso la Parrocchia S. Cuore di Gesù a Galatone, si è tenuto un incontro inusuale di preghiera comunitaria, fatta dai rappresentanti di tre fedi religiose nate dalle scissioni che la Chiesa Cattolica ha subito nel corso dei secoli: Cristiani, Ortodossi e Anglicani insieme hanno pregato, cantato e commentato le Sacre Scritture del Nuovo Testamento.
Gesù è stato il fulcro, il punto di unione di quella fede che è stata divisa dagli uomini.
Dopo la lettura di Isaia (55,1-3), della I.a Lettera di S. Pietro Apostolo (2,9-10) e del Vangelo di Matteo (5,1-16) si sono alternati i relatori che hanno approfondito con semplici parole, ma altamente ispirate, i passi letti e qui sopra indicati.
Mi permetto di fare una breve sintesi per coloro che non hanno potuto partecipare.
Il Dott. Mihai Bumbar, Pastore della Chiesa Avventista della Comunità di Lecce, si è rallegrato e stupito di essere stato chiamato, per la prima volta, a parlare ai fedeli in una chiesa cattolica. Ha preso spunto dalla Lettera di S. Pietro in cui ci chiama “fratelli in Cristo”. Ha proseguito ammonendo i cristiani a non tacere, ma a diffondere il meraviglioso messaggio di Gesù, poiché il cristiano deve annunciare e far conoscere questo messaggio. L’uomo con il peccato era caduto nelle tenebre, nel buio assoluto, ma il progetto di Dio gli ha permesso di passare dalle tenebre alla luce. Non per suo merito, delle sue capacità, ma per grazia divina. La chiamata di Dio ci permette di entrare a far parte del suo popolo, acquistato da Dio stesso. Grazie a questa chiamata siamo diventati gente eletta e sacerdoti regali. Il compito che ci ha affidato è quello di far conoscere agli altri, proclamando, quello che Dio ha fatto per noi: le sue opere meravigliose che sono l’incarnazione e la resurrezione. Per mezzo di Gesù Cristo, della sua vita, della sua passione, della sua morte e resurrezione siamo usciti dal buio,dalle tenebre e passati alla luce.
Il Rev.do Padre Nik Pace, Parroco della Chiesa Ortodossa di Rito Bizantino di S. Nicola di Mira in Lecce, ci ha portati a conoscenza che, secondo il rito ortodosso, questa lettura viene effettuata il Lunedì dopo Pasqua. Il momento è quello del sepolcro “vuoto”, della Resurrezione di Gesù. Se riusciamo a far palpitare il nostro cuore dell’amore di Cristo, allora siamo certi di aver ricevuto da Dio il suo dono. Questo dono d’amore ci conduce sulla strada dell’unione e riconciliazione tra i cristiani, all’interno della sua Chiesa, necessaria, questa unione, per essere annunciatori credibili del messaggio di Dio nella Pasqua. Ma il cammino ecumenico deve essere aiutato dalla preghiera. Dal Dio della Resurrezione abbiamo ricevuto il dono della Misericordia divina, che è per tutti e non privilegio esclusivo di pochi. Dio riprende con l’uomo un dialogo, interrotto dal peccato, per mezzo del suo Figlio diletto Gesù Cristo. Gesù nell’orto degli ulivi pregò il Padre affinché i cristiani fossero una “cosa sola”. In una serata di preghiera come questa, che vede cattolici, ortodossi e anglicani pregare insieme, diventiamo testimonianza che questa unione è possibile. Gesù è il mezzo, il tramite per la nostra salvezza, Lui è il nostro essere divino, la nostra unità vitale: l’unità dell’amore. La luce che dobbiamo tenere accesa è la luce pasquale, perché è scaturita da Cristo nella sua Resurrezione, accompagnata dalla preghiera di donarci il “sale” della sapienza, così che diveniamo veramente luce e sale del mondo.
S. E. Mons. Fernando Filograna, Vescovo di Nardò-Gallipoli, ci ha illuminati dicendoci che la grazia dello Spirito Santo ci ha mossi per essere lì a pregare insieme, fermentando il pensiero e trasfigurandoci come è nel suo essere. La preghiera comunitaria della serata è stata preparata da cristiani della Lettonia, dove è uso comune fare questo tra cristiani di rito diverso. Il dialogo e la preghiera interreligiosa li vede insieme anche nella Processione del Venerdì Santo. L’unità dei cristiani non è un’utopia, ma qualcosa di realizzabile, di fattibile, che può avvenire se sostenuta dalla preghiera a Gesù. L’Incarnazione e l’Eucarestia hanno come fine l’unità della Chiesa, la comunione dei cristiani: un cuore solo e un’anima sola. Il popolo santo di Dio deve essere un tutt’uno, non individui e comunità staccate e solitarie. Il desiderio del cristiano deve essere quello di appartenere a Gesù, alla sua Chiesa e al suo popolo.